Pubblicato il decreto sulle direttive UE su rifiuti e imballaggi

Oggi l’Italia inizia ad adeguarsi sul serio, approvando i decreti attuativi, rifiuti e imballaggi (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell’11 settembre 2020), pile e accumulatori e RAEE, veicoli a fine vita, discariche (questi approvati lo scorso 3 settembre e in attesa di pubblicazione ufficiale).

La nuova normativa sui rifiuti e imballaggi è finalmente realtà! È stato infatti pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo del 3 settembre 2020, n. 116, che entrerà in vigore il prossimo 26 settembre, e che recepisce due delle quattro direttive (la 2018/851 e la 2018/852) dell’UE, contenute nel cosiddetto “pacchetto economia circolare“. E altri tre sono in via di pubblicazione, tutti ratificati dal Parlamento lo scorso 3 settembre. Al nuovo quadro normativo dovranno adeguarsi tutti i soggetti pubblici e privati che producono, raccolgono, trasportano e trattano i rifiuti.

Ma partiamo dal principio: il 2 dicembre 2015 la Commissione discuteva e infine approvava “L’anello mancante”, un ambizioso pacchetto di misure volte a favorire l’adozione di modelli di economia circolare negli Stati Membri. Il 30 maggio 2018, con la direttiva Ue 2018/851, l’Ue approvava anche alcuni provvedimenti mirati sul riciclo, modificando, di fatto, la normativa di ben 10 anni prima e sollecitando tutti gli Stati Membri a recepire la direttiva.

Il decreto legislativo del 3 settembre prevede target più ambiziosi per il recupero e il riciclo dei rifiuti urbani, nonché un nuovo sistema di tracciabilità. Ma tante sono le novità, in particolare in materia di gestione dei rifiuti urbani e il riciclo degli imballaggi. Cambiano anche molte delle definizioni, in primis quella di “rifiuto urbano”.

Il nuovo decreto, va, peraltro, a modificare in maniera sostanziale la parte IV del decreto legislativo n.152 del 2006, meglio noto come Testo Unico ambientale. Cambiano, infatti, le discipline di legge relative al deposito temporaneo, alla classificazione, ai criteri di ammissibilità in discarica dei rifiuti. Tra le misure previste dal decreto c’è anche la riduzione del conferimento dei rifiuti in discarica, che nel 2035 dovrà scendere sotto il 10%. Non meno rilevate appare il rafforzamento dell’istituto dellaresponsabilità estesa, che figura tra i principi cardine della normativa Ue, e che oggi entra definitivamente, di diritto, nell’ordinamento italiano.

Incrementare la raccolta differenziata, rendendo più efficiente il ciclo dei rifiuti e migliorando i tassi di recupero e di riciclo, è questo l’obiettivo numero uno del decreto. A tal fine sono stati fissati nuovi target: 55% entro il 2025, 60% entro il 2030 e 65% entro il 2035. Inoltre, il tasso di riciclo dei rifiuti da imballaggio dovrà complessivamente raggiungere almeno il 65% entro il 2025 e il 70% entro il 2030, con obiettivi differenziati per i singoli materiali.

Entro il 2025:

  • 50% per la plastica;
  • 25% per il legno;
  • 50% per l’alluminio;
  • 70% per i metalli ferrosi;
  • 70% per il vetro;
  • 75% per la carta e il cartone.

Entro il 2030:

  • 55% per la plastica;
  • 30% per il legno;
  • 60% per l’alluminio;
  • 80% per i metalli ferrosi;
  • 75% per il vetro;
  • 85% per la carta e il cartone.

Il decreto appena approvato riserva ampio spazio anche alla revisione della disciplina della tracciabilitàdei rifiuti. Con il recepimento delle due direttive europee, è in arrivo il nuovo Registro elettronico nazionale per la tracciabilità dei rifiuti, (Rentri). Il sistema si articolerà in due sezioni:

1) ANAGRAFICA, relativa ai dati dei soggetti iscritti e alle informazioni relative alle specifiche autorizzazioni rilasciate agli stessi per l’esercizio delle attività di gestione dei rifiuti;

2) TRACCIABILITÀ, riguardante i dati relativi alle singole movimentazioni e le informazioni relative ai percorsi dei mezzi di trasporto.

Auspichiamo che tutto questo possa realizzarsi in concreto nel miglior modo possibile.

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